giovedì 15 agosto 2013

Musica in Giappone.


Buonasera a tutti!

Eccomi qua a parlarvi del nostro recente soggiorno in Giappone.
Come avevo annunciato, mi proponevo di fare un resoconto di quanto avvenuto nelle tre settimane che abbiamo trascorso a Sapporo lo scorso mese.

Soprattutto del concerto della famiglia di Tomoko alla The Lutheran Hall il 13 luglio.

Avrei voluto farlo sul momento ma non mi è stato possibile per manifesta incompatibilità fra me e Mr. Mac, il pc di mio suocero.

Io voglio fare una cosa e lui pretende in tutti modi di farmene fare un’altra, non importa quale purché non sia quella che voglio fare io.

Il nostro è stato un colloquio tra sordi.

Così avevo deciso che lo avrei fatto al rientro sulle sponde di Windows, molto più malleabile almeno per me.

Poi, arrivato a casa, ho trovato il mezzo disastro che sapete e così è rimasto tutto fermo fino ad oggi.

Adesso però la situazione comincia a normalizzarsi (però ieri c'è stata una ricaduta che sembrerebbe essere stata risolta con l'immediato intervento degli specialisti, speriamo) e allora cercherò di fare una breve(?) relazione iniziando, visto l’argomento da cui prendo spunto, dall’approccio dei giapponesi alla musica occidentale.


Comincio col precisare che il concerto non era di Tomoko ma di suo padre Masahiro, appassionato di violino ex membro di un'orchestra sinfonica di Sapporo ed ex insegnante di scuola media, e che vi hanno partecipato la moglie (Sumiko, pianista), la figlia maggiore (Harumi, violoncellista) e l’altra figlia (Tomoko, soprano e pianista, attualmente studentessa di organo).

Nonché un’amica, pianista professionista, Tamae-san, ex studentessa di mio suocero e compagna di università di Tomoko.

Mio suocero, dopo che è andato in pensione, insieme alla moglie fa spesso concerti come volontariato in case di riposo, scuole (materne, elementari, medie), in chiesa, alla sede del quartiere, etc.

E quando ne ha la possibilità e l'occasione, come quest'anno che c'era Tomoko, organizza un "proprio" concerto per suonare lo strumento che ama tanto.

La sala dove si è svolto il concerto è appunto la Lutheran Hall nel centro direzionale della città.

Non ha una grande capienza (poche centinaia di posti) ma tra inviti e vendita dei biglietti riescono sempre a fare il pieno e anche quest’anno è andata così.

Mentre all’unico concerto (gratuito) che organizzarono da noi la prima volta che vennero in Italia, nonostante tutta la pubblicità fatta, nel Paese che ha inventato la lirica e contribuito in maniera fondamentale alla storia della musica non si presentarono neanche venti persone (inclusi lo scrivente, i parenti e alcuni amici cooptati).

Questo va detto.

Che, a differenza di noi antichi etruschi e/o romani, i giapponesi sono curiosi di tutto, amano conoscere tutto, cimentarsi in tutto, non si tirano mai indietro e quindi se c'è un concerto, anche di sconosciuti, c'è sempre qualcuno che va ad assistervi.
Nelle scuole, sia ai maschi che alle femmine, oltre alle materie di studio vere e proprie insegnano di tutto: dallo sci e dal tennis, al cucito, all’uso degli attrezzi da falegnameria, passando per lo studio di uno strumento musicale e la recitazione, alla coltivazione di piccole piante e l’allevamento di piccoli animali.

E vestiti tutti alla stessa maniera, con gli stessi colori, in pratica una divisa.

Non come da noi dove ognuno gira come gli pare, con il cavallo dei pantaloni che frega terra o con le chiappe di fuori perché trattasi di jeans di marca che costano cifre iperboliche e proprio per questo glieli forniscono già strappati nei punti strategici, così non devono sobbarcarsi la fatica.

Cose che non si vedono nelle scuole giapponesi dove invece vanno tutti vestiti decorosamente e alla stessa maniera e nessuno protesta perché per loro è una cosa naturale fare squadra e quindi avere una “divisa”.

Mentre se venisse stabilito lo stesso principio qui da noi, a molti verrebbero le convulsioni e scoppierebbero subito rivolte in ogni dove.

È questo loro sentirsi parte di un unico “meccanismo” l’elemento propulsore che, nel bene e nel male, ha portato i giapponesi ad essere quello che sono (fino a poco tempo fa la seconda potenza economica e industriale del pianeta, nonostante una dozzina abbondante di anni di recessione), mentre noi stiamo qui, nell’attuale tragica situazione, a domandarci se non sia il caso di vedere di fare un po’ meno fatica.

Ma sto divagando.

Allora, dopo una decina di giorni di prove e controprove, questo il programma eseguito il 13 luglio: 


Violino



1.  P.I.Tchiakovsky                              Melody

2.  L. van Beethoven                          Sonata per violino n.8 op. 30, n. 3



Canto (Arie d’Opera)



3.  W.A.Mozart                                   “Un moto di gioia” (dalle Nozze di Figaro)

4.  F.Haendel                                      “Mio caro bene” (da Rodelinda)



Violino



5.  F.Drdla                                           Souvenir

6.  N.Paganini                                    Cantabile

7.  J.S.Bach                                         Sonata per violino solo “Adagio” BWV 1001

8.  J.Wieniawski                                Scherzo-Tarantelle



Violoncello



9.  E.Elgar                                           “Salut d’amour”

10. G.U.Fauré                                     “Après un rêve”

11. N.Paganini                                   24 capricci op. 1, n. 9 e 13



Canzoni italiane



12. D.Furnò - E. De Curtis               “Non ti scordar di me”

13. R.Leoncavallo                              “Mattinata”



Violino

14. E.Elgar                                  Sonata per violino op. 82



La locandina del concerto. L'acquerello è stato dipinto da mia suocera, quando andammo tre anni fa a visitare Cremona (Amati, Stradivari & Co.).



 

In tutto un paio di ore di musica con un intervallo di circa un quarto d’ora.
Grande successo e alla fine lunga teoria di persone ed amici a congratularsi con mio suocero, che ci tiene tanto.

E lo capisco, farebbe piacere anche a me.

E regali a non finire, soprattutto fiori e dolciumi (tutte cose costosissime in Giappone).

Con conseguente obbligo (non scritto, ma pressoché inderogabile) di ringraziamenti scritti e spesso di controregali adeguati (il Giappone è un Paese di rapporti interpersonali strettissimi e praticamente obbligatori; ogni azione comporta una serie di effetti a cascata, tipo ping-pong o come il solito sasso piatto lanciato a pelo d’acqua che prima di terminare la sua corsa deve rimbalzare molte volte).



Questo per quanto concerne il concerto.



Sempre in materia di musica classica, per far capire quanto i giapponesi amino i grandi compositori occidentali, dirò che è venuto ad ascoltare il concerto un cugino di Tomoko, dalla città di Asahikawa.

Molto giovane emigrò negli U.S.A., là si è sposato (con una malaisiana, anche lei amante della musica) e poi è tornato in patria.

Adesso sono ambedue insegnanti universitari di lingua inglese e lui, appena quarantenne, sta eseguendo in una serie di concerti l’integrale delle sonate per piano di Ludwig van Beethoven.

Mostro qui sotto la locandina del terzo dei quattro cicli di concerti in cui ha ripartito l'esecuzione dell'intera opera.




Ciò detto, ecco un po' di foto con didascalie.


Ultima prova mezz'ora prima dell'inizio, i miei suoceri.



Tomoko-chan con la sorella maggiore.

Qui con Tamae-san e la "regista".

Ore 13:00, si comincia.





 




Il concerto è finito. Congratulazioni, regali e commenti.

 

Il cugino cultore di Beethoven. Dal look sembra un farmer del Midwest americano o un boero del Transvaal.


Tomoko con due amiche, anche loro musiciste.
Mia suocera con un altro amico di Tomoko, un cantante anche lui.
Tomoko con la zia Masakobasan.
E con il nostro amico micologo Nobuo-san.

Il signore con gli occhiali è il pastore della Chiesa protestante del quartiere di Kawazoe.



 
 

Ringraziando ancora.
Alcune foto dei fiori ricevuti (scattate per inviare poi i ringraziamenti).






Per oggi mi fermo qui, alla fine del concerto del 13 luglio.
Domani spero di concludere mettendo un po' di foto con annotazioni sulla vita sociale dei giapponesi ed il loro modo di vivere.
Nel contempo, anche a nome di Tomoko e Camillozzo, contraccambio (un po' in ritardo) gli auguri di buon Ferragosto a tutti quelli che ce li hanno fatti.
E, per gli appassionati dell'Amiata, comunico che nel pomeriggio di ieri ad Abbadia San Salvatore sono caduti ben 13,4 mm. di pioggia (qua niente, more solito)!
Uomo avvisato....




Cordiali saluti a tutti quanti!

3 commenti:

Paolo ha detto...

Ciao Angiolo, non sai il piacere che mi ha fatto aprire il blog e trovare questo tuo lungo reportage del concerto di tua moglie Tomoko!
Vorrei dirti tante cose insieme, cercherò di dire in sequenza ma non certo in ordine di importanza .... O meglio la prima sono i complimenti per Tomoko e tutta la sua famiglia di musicisti: bravi, bravi, bravi!
La seconda e per te, Angiolo: bravo per come hai raccontato questo evento, mi è sembrato di aver assistito per le belle foto che hai postato ed il racconto dettagliato che hai fatto!
È poi sono contento di rileggenti in generale, e non aggiungo altro che mi hai capito senz'altro! È son sicuro che lo saranno anche molti altri amici :-)
In ultimo son contento delle (poche) piogge sull'Amiata...
Ed altro ancora ma non voglio esagerare!
Ciao e grazie, Paolo.

alessandro montecatini ha detto...

Angiolo ti sei accasato con una bella famiglia.sei riuscito a rendere partecipe Tomoko dei tuoi hobby e condividere con lei le sue passioni.Hò letto e guardato con interesse il bel servizio deducendo che noi come popolo abbiamo ancora molto da imparare.ciao sandro

Angiolo ha detto...

Ciao Paolo!

Anche a te rispondo in ritardo ma sono stato distratto.
Grazie anche a nome di Tomoko per l'apprezzamento.
Per l'Amiata è chiaro che ci scherzavo sopra.
Ci vogliono altro che 13 mm. d'acqua con questo secco!
Se va bene, si fa come l'anno scorso, si va a metà settembre e forse più.
Se va bene, ma che bella annata!

Un cordiale saluto.