venerdì 16 agosto 2013

Nihon!

Buongiorno!

Fatto il rapporto sul concerto della famiglia Kamimura, riporto qui di seguito alla rinfusa, molto alla rinfusa, considerazioni e fatti quotidiani del nostro soggiorno in Giappone.
Parte di quello che illustrerò l'ho già detto in altra occasione ma lo ripeto ugualmente, anche per confermare un po' i miei ricordi.
Ecco qua.

Come ho detto nel post di ieri, in Giappone si usa molto fare regali ad amici, parenti e superiori (tutto il mondo è paese) nella vita pubblica e lavorativa.
Sempre, ma soprattutto in estate e per le feste di fine/inizio anno.
Soprattutto prodotti alimentari e bevande, ma non solo.
Regali che costano non poco.

Un'anguria. Siamo in grande magazzino di livello medio-alto. Quella di sinistra costa 80 euro (10.500 yen)! Quella di destra "solo" una cinquantina ma, fatto curioso, non la puoi portare via. Si può solo farla spedire (sta scritto nel cartello in basso) a qualcuno!



E quello del prezzo di frutta e verdura è il problema. 
Perché in Giappone costano l'ira d'Iddio.
Sicuramente molto migliori (sempre buone, mentre da noi si prende qualche fregatura) perché certamente più curate ma comunque a livelli da oreficeria.


Due pesche belle, grosse e involtate come un neonato, quasi 7 euro!
 
Un cestellino di ciliege? 9 euro.
Se poi le volete di lusso, una cassettina da forse un chilo, 80 euro.

Uva a caro prezzo (40 euro un grappolone).


Un cibo molto appetito in Giappone? Il granchio (kani). Questi costano da 105 a 165 euro (l'uno).

Un po' più economici (e più piccoli). da 53 a 57 euro.
  
Altri regali in esposizione.


Pesce (confezione posticcia, da esposizione), a sinistra 33 euro, a destra 42 euro.

Confezioni di riso (12 sacchetti) da una libbra a sinistra 73 euro, da 300 gr. a destra 57euro.
Carni speciali, sinistra 57, destra 80.

Un melone + 5 confezioni di gelatina (di melone), 40 euro.
 
Parte di un tabellone che illustra i vari regali disponibili.

Gelatine a 24 euro (ma a chi ha la tessera fanno lo sconto del 10%).

Birra, molto regalata (e molto costosa), con salsicce (care anche quelle).

E, visto che siamo a parlare di commestibili, qualche fungo, materiale di nostro interesse, venduto nei supermercati giapponesi.
Tutta roba coltivata e quasi tutta lignicola.
Che, contrariamente al solito, non costa molto.



Pleurotus eryngii

 Lentinus edodes (Shiitake)

Pholiota nameko (scivolosissimo!).

Grifola frondosa.

Lyophyllum shimeji.

Pleurotus cornucopiae (un regalo di Nobuo-san).

I soliti Psalliota/Agaricus bispora nelle due colorazioni.

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E poi a giro per Sapporo e dintorni.


All'Odori Koen, il parco nel centro della città, lungo circa 1,5 km.
 
C'è stato un concorso floreale. Questi sono tutti classificati in basso. Non c'è traccia del vincitore!
 
Sullo sfondo la Torre della televisione.

 


 Il culto dei defunti

In visita ai defunti della famiglia. Siamo in uno dei cimiteri più grandi di Sapporo, Takino.
 
Le tombe vengono addobbate con fiori e stick d'incenso. Ma prima vengono lavate con l'acqua. E ad ogni settore c'è tutto l'occorrente che nessuno si sogna di sciupare o danneggiare. Proprio come in Italia.
 


Il cimitero di Takino è molto grande (Sapporo conta quasi 2 milioni di abitanti) e i vari settori sono dislocati in qua e in là in mezzo alla rigogliosa foresta primigenia dell'Hokkaido. Qui siamo vicino all'ingresso dove hanno fatto tabula rasa ed organizzato una teoria di riproduzioni dei Moai dell'Isola di Pasqua.


Ci sono anche Stonehenge e sullo sfondo a sinistra un Buddha.


La commemorazione dei defunti in Giappone avviene nel periodo chiamato Obon (13-15 agosto, cioè è finita ieri). 
La mattina del 13 tutti vanno a "prendere" i propri cari e li portano a casa. 
Li "sistemano" nell'altare che ogni famiglia ha e li accudiscono (ma questo viene fatto anche nei restanti giorni dell'anno) con un po' di cibo e di bevande, come se fossero ancora in vita. 
Poi, il 16 (oggi), li "riportano" dove sono in effetti rimaste le loro ceneri.
Un rito che la dice lunga dell'affetto e della memoria che in Giappone hanno per chi è vissuto con noi ed ora non c'è più.

Digressione che poco ha a che vedere con l'argomento piuttosto serio.
Questi dell'Obon sono 3 giorni di vacanza dal lavoro
Come tanti altri periodi di festa che hanno in Giappone, a cominciare dalla "settimana d'oro" (notare settimana) a maggio, e poi la Festa del Mare e così via. 
Lo stereotipo che qui hanno di noi italiani è che siamo sì i discendenti di Giotto, Michelangelo e Leonardo (once upon a time...) ma anche quelli che mangiano spaghetti, suonano il mandolino e, soprattutto, fanno sempre baldoria.
Mentre loro sono sempre al lavoro, poverini.
E poi ti accorgi che hanno quasi il doppio delle nostre festività!


Tornando da Takino fermata all'inceneritore. E' in servizio da molti anni e non ci sono mai stati problemi. Né quando fu costruito, né in seguito. Proprio come in Italia!

L'annessa serra in cui viene in parte utilizzato il calore prodotto dal processo d'incenerimento.



 Al tempio scintoista


Il portale d'ingresso, il Torii (dalla parte sbagliata, il tempio lo abbiamo alle spalle).
 
Prima di accedere ci si purifica con l'acqua.




Si fanno offerte con delle monetine che vengono gettate nella griglia dietro il bancone di legno.
Il prete è già al "lavoro".
Ci sono anche delle bellezze locali in kimono. Ogni tanto si vedono ancora.
Qui si prendono gli oracoli Omikuji (a pagamento) che ti dicono come sarà l'anno per te.

Foglietti che poi quasi tutti lasciano appesi nel cortile perché porta buono.

Questi invece sono gli Ema (tavolette votive, sempre a pagamento, su cui si scrivono i propri desideri ).


Nel  centro di Sapporo


La stazione ferroviaria, dominata dalla JR (Japan Railways) Tower con i suoi 38 piani.


 Nei dintorni sono concentrati tutti grandi magazzini (depato) della città. I normali supermercati invece sono diffusi in tutti i quartieri.

Il reparto pasticceria di un grande magazzino.
L'inquadratura è venuta male, ma quella coppa d'oro in alto al centro, esposta nel reparto oreficeria dello stesso magazzino, mostra un cartellino di 4.950.000 yen. C'est à dire 38.000 euro circa!


Un servito di piattini che abbiamo comprato noi. Costava un po' meno.


Un addetto ai parcheggi, dotato di segnale luminoso.



Di inservienti (all'entrata/uscita e ai vari piani) ce ne sono moltissimi e sono molto utili, soprattutto sottoterra dove è piuttosto buio. Tutti in guanti bianchi e dotati di segnali luminosi. I parcheggi sono strutturati su più piani, sia sotto che sopra terra. Spendendo una certa cifra (normalmente 2.000 yen) si hanno due ore di sosta gratuita, che altrimenti è salatissima (anche più di 300 yen per un'ora). 
Nelle strade secondarie del centro poi è pieno di parcheggi privati convenzionati che praticano le stesse condizioni. Dimostri (con lo scontrino debitamente timbrato dal reparto dove hai effettuato l'acquisto) di avere fatto una spesa adeguata e non paghi la sosta. 
In pratica una buona parte dei piani terra del centro cittadino è costituita da parcheggi.
Un business fiorentissimo.

I grandi magazzini e i supermercati sono aperti sempre (tranne 4 o 5 giorni l'anno). 
Però aprono alle 10 e chiudono alle 20. 
In alternativa per i prodotti di largo consumo ci sono diverse catene di piccoli supermercati che sono diffusissimi (a Sapporo ce ne sono delle centinaia) e restano aperti sempre, 24 ore al giorno tutto l'anno. 


Seicomart è uno di questi.

Poi c'è la 7eleven (pronuncia sebunilebun) a cui fu dato questo nome perché in origine apriva dalle 7 am alle 11 pm.
La Lawson ed altre ancora.


Università di Hokkaido

Hokkaido fino a poco più di un secolo fa è stata una regione selvaggia in cui vivevano soltanto gli Ainu, un popolo dedito alla pesca e alla caccia di cui parlerò poi. 
La colonizzazione avvenne a partire nella seconda metà del 1800 sotto la guida di esperti americani ed occidentali.
Chi dette un'impronta particolare a tutto questo fu il dottor William Smith Clark che nel 1876-77 fondò l'Università e dettò la struttura della città capoluogo della Prefettura (Sapporo) seguendo lo stesso sistema di coordinate usato per quelle statunitensi.
Al dottor Clark è dedicato nel parco dell'Università un busto in bronzo.
Qui è rimasto famoso anche per la sua celebre esortazione ai giovani: "Boys, be ambitious!"


La sede, antico palazzo del Governo dell'Hokkaido.
Sta per iniziare una mostra sui dinosauri.
Olmo gigante nel parco dell'Università.

Pestate poco l'erba!

Mia suocera pittrice nel prato davanti alla Furukawa Hall.



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Quest'anno niente funghi, almeno per il momento che è stato di grande siccità dopo le inusuali abbondantissime nevicate dell'inverno.
Qui normalmente cadono 4-5 metri di neve l'anno, tanto è vero che nel 1972 ci furono organizzate le Olimpiadi invernali.
Quest'anno ne è venuta assai di più ma dopo non ci sono state le consuete precipitazioni primaverili.
Ed ora è siccità.


Con Nobuo-san nel parco di Makomanai davanti agli impianti olimpici.
Qui nascono nelle aiuole(!) tanti Boletus edulis e Ovoli. L'unico fungo però che siamo riusciti a vedere è un Boletus hiratsukae (simil-Boletus aereus).
Comunque c'era questo, di cemento armato, ma transennato perché pericolante.
Funghi di ferro invece (con formica che si ripara) nel giardino di Nobuo-san.




Automobili e circolazione


Come molti sapranno in Giappone funziona tutto al contrario che da noi (non solo per la guida stradale, ma tralasciamo).
Nelle auto il posto di guida è a destra e circolando si tiene la sinistra, che ha la precedenza.
Naturalmente i comandi sono tutti invertiti e Tomoko, che guida sia in Italia che in Giappone, talvolta si confonde e aziona il tergicristallo invece delle "frecce" o viceversa.
Le auto di norma sono molto grandi, un po' all'americana, ma ultimamente con il caro carburante tutte le case hanno cominciato a produrre minicar tipo la Yaris, auto che vengono chiamate kei-jidosha (automobile leggera-piccola).
Ora ce ne sono moltissime ed hanno la targa gialla con i caratteri in nero, mentre in quelle grandi il colore di fondo della targa è bianco.
Il carburante in Giappone costa circa due terzi che da noi.
Quando siamo arrivati, ai primi di luglio, si poteva comprare a 144 yen il litro (1 euro e 10). 
Poi ha avuto degli alti e dei bassi, anche di 10-12 yen per volta.
Quando siamo venuti via costava 154 yen, circa 1 euro e 20.
Occhio agli incidenti (è chiaro) perché se ne avviene uno per cui occorre far intervenire le compagnie assicuratrici bisogna far passare il tutto per il tramite della polizia stradale.
Chi beve non guida perché il tasso alcolico ammesso nel sangue è estremamente basso, lo 0.15%, sempreché si riesca a camminare diritto perché altrimenti siamo già nei guai.
Occorre considerare che i giapponesi hanno una carenza genetica per cui nel loro apparato digerente i livelli degli enzimi preposti alla demolizione della molecola dell'alcol sono molto bassi.
E quindi va a finire che chi deve guidare non beve assolutamente, per evitare noie.
Per questo bisogna stare attenti anche ad altri prodotti che possono contenerlo come i farmaci, le bevande energetiche e i dolciumi.
Quindi, quando si va fuori a fare baldoria, c'è sempre qualcuno che è costretto a restare all'asciutto (là piace molto bere la birra).
Le conseguenza di infrazioni in tale campo, soprattutto se si supera lo 0.25%, sono pesantissime: multe spropositate, sequestro del mezzo, sottrazione di punti a dozzine dalla patente, carcere  e guai a non finire anche per gli eventuali passeggeri.
Alla guida sono tutti calmi, nessuno ha fretta e i semafori, soprattutto quelli delle grandi arterie del centro (larghe anche 20 metri), durano un'eternità
Se hai la fortuna di beccarne uno quando è appena scattato il rosso ci resti a far poco 3 minuti.
Non sono come i nostri ma normalmente hanno due sole postazioni di luci, una a destra prima dell'incrocio ed una a sinistra dalla parte di là.
Cosa questa per cui io non ho mai voluto prendere la patente internazionale.
Perché sono sicuro che prima o poi non vedrei il semaforo e infilerei dritto in mezzo all'incrocio facendo un macello.
Sono dotati di segnali acustici per i ciechi e i marciapedi (larghi anche 5 metri) hanno segnali in caratteri Braille sui margini un po' prima dell'attraversamento, per cui chi non vede può rendersi conto del pericolo pestandoli.
Tra le varie luci del display ci sono anche degli indicatori che mostrano quanto tempo occorre per arrivare al verde.
I ciclisti scorrazzano da tutte le parti e sono un costante pericolo, per cui occhio.
Dei pedoni non parliamo nemmeno, fanno quello che vogliono.
Il limite di velocità di solito è di 50 km./ora in città e di 100 nelle autostrade che sono carissime.
I pedaggi costano almeno il triplo di quelli italiani. 
Anche la sosta, come ho detto è costosissima, ma tutti ricorrono al trucchetto dei grandi magazzini che vendono, tra l'altro, dei buoni acquisto proprio da 2.000 yen che valgono come spesa e si possono utilizzare successivamente.
Anche perché qua, al contrario dell'Italia, non scade mai niente.
Non c'entra nulla, ma la volta precedente che venimmo (??sono in Italia ma sto parlando di cosa accade là come se fossi là; quale verbo usare, andare o venire?) in Giappone due anni fa, Tomoko ritrovò tra le sue cose di studentessa una scheda telefonica da collezione, naturalmente intonsa.
E l'ha utilizzata tranquillamente, dopo più di venti anni.
Del resto è logico: i soldi li hai cacciati e il servizio lo devi avere.
Vallo un po' a raccontare a Telecom & Compagnia!



Benzina a 148,8 yen e gasolio a 128,8.

Auto "kei" della Honda. Sono tutte più o meno uguali e piuttosto bruttine, direi.

Anche questo autocassettone nipponico. Qui è bianco ma spessissimo sono neri. Da fare gli scongiuri.

Campo di esercitazione di una scuolaguida.


Segnaletica stradale giapponese.


Festival della Birra


Qua la birra scorre a fiumi.



Servizio di risciò a pedali.
E con cavalli pesanti a traino.

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Alle prese con i famosi granchi. Mio suocero li ha comprati ai mercati generali a 1.000 yen l'uno, con un gran colpo di......fortuna!
Cocomero a polpa gialla.


Alla festa della scuola dove insegna mia cognata Harumi.

Purtroppo si tratta di una scuola per ragazzi che hanno grossi problemi alla vista.
Qui i ragazzi vengono seguiti singolarmente da insegnanti che cercano di individuare le loro attitudini per poterli indirizzare verso un lavoro a loro adatto e che possa garantire un futuro decoroso.

Con il nipotino lungo il fiume di Sapporo, il Toyohiragawa, al "Water Garden", area attrezzata dove i genitori possono portare i figli a giocare con l'acqua.
Fa un bel caldo anche qui.



In gita alla diga Hoheikyo, a monte di Sapporo.
L'invaso è quasi vuoto a causa della siccità degli ultimi tempi.
Lo scarico dell'impianto. Non c'è proprio acqua.
Attorno tutto bastioni e guglie di lava solidificata che rendono la zona impervia (per arrivare in questa gola hanno dovuto scavare un tunnel di servizio lungo più di un chilometro).

Tira un vento tremendo ed è freddo! Si torna indietro con la navetta.


Il Villaggio e il Museo della popolazione Ainu

Gli Ainu sono la popolazione originaria dell'isola di Hokkaido, di cui Sapporo è il capoluogo.
Sono ancora presenti non essendosi amalgamati con l'etnia giapponese e conservano quindi intatte le loro peculiarità.
Di religione animista sono sempre stati grandemente legati all'ambiente e all'andamento delle stagioni.
Cacciatori e pescatori, nella loro filosofia prelevano dalla natura soltanto quello che serve per vivere.
Considerano le altre entità, animali e vegetali, come parte di un tutt'uno inscindibile di cui anche loro fanno parte.
Per cui non perdono occasione di dimostrare con cerimonie e altro il loro rispetto per gli esseri viventi che sono costretti a sacrificare per nutrirsi.


La capanna principale del villaggio, dove si riuniva tutta la comunità.
L'interno.
I servizi igienici delle signore.
E quelli dei gentlemen.
Nel Museo.
Addobbi e vestiario.
Abito di pelle di salmone.
e scarpe, sempre di pelle di salmone.

Riproduzione di una piroga Ainu.

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In visita ai parenti.
 
Il concerto di alcuni amici e compagni di università di Tomoko.
Pittori all'Odori Koen.
Con Nobuo-san ed un suo collega del Gruppo Micologico di Sapporo.



Pranzi e cene in compagnia

Qua accade molto più che da noi di andare a pranzo o a cena con amici e parenti, nei ristoranti e negli alberghi.
Quando entrate in un qualsiasi locale, la prima cosa che accade dopo che vi siete seduti, normalmente entro 20/30 secondi, è che vi schiaffano davanti un bel bicchiere di acqua gelata farcito di cubettoni di ghiaccio che tintinnano come tanti campanelli.
Estate o inverno (e qui l'inverno non scherza) non fa differenza, arriva l'acqua gelida!




E appena il livello di tale liquido accenna a diminuire eccessivamente, arriva a razzo un cameriere con un caraffone adeguato a rifornirvi. 
Normalmente per mangiare si usano le bacchette (hashi) ma adesso usano molto anche le nostre posate.
Comunque, quando vedono un occidentale, i camerieri portano tutte e due le attrezzature.
Io sono un mago con le bacchette, ed ho imparato da solo senza tanti problemi.
Il problema però ce l'ho per sedermi, se si deve farlo accovacciati in terra come fanno spesso qua.
A me non è mai riuscito, mi stronco tutto.
Fortunatamente ora i ristoranti, tranne pochi, hanno sale in cui è possibile avvalersi delle normalissime sedie e così ci sistemiamo sempre lì.


A mangiare i "ravioli cinesi" (Gyoza). Notare i bicchieri belli gelati e il caraffone relativo.

Il locale.

Ravioli, riso al curry, verdure e condimenti vari, circa 4 euro a cranio.



Al pranzo di ringraziamento per il concerto. In attesa che arrivino gli altri invitati: Tamae-san e sua madre.


Eccoci tutti qua.


Moi e le bacchette.

Così si presenta quello che vi mettono davanti per mangiare. Non c'è un ordine in cui farlo. Si mangia e si beve quello che ci pare quando si vuole. Normalissimo fare rumore aspirando con la bocca, al contrario delle nostre usanze.


Altri avventori ai tavolini con sedie.

Cameriera sulla soglia di una saletta "tutti giù per terra!".


A pranzo con i parenti che vennero al concerto.

Foto ricordo.
A cena, a mangiare spiedini di pollo (Yakitori) e bere sake con l'ex insegnante di canto di Tomoko e suo marito, primario ospedaliero. Grandi appassionati dell'Italia, sono stati nostri ospiti l'anno scorso e verranno  trovarci anche il prossimo settembre.
Rimpatriata di Tomoko con i vecchi compagni di università e di musica.
La hall di un grande albergo. Siamo a pranzo con un'amica di Tomoko.

Nel ristorante "italiano".

Che di italiano non ha nulla. Probabilmente perché i giapponesi assaggiano e non ritornano. E allora il cuoco "italiano" gli fa le pietanze "italiane" giapponesizzate. Così quelli ritornano. De gustibus....


"Yakiniku" (grigliata di carne) al ristorante viking con Nobuo-san.

Ampia scelta di sushi

e di carni varie, ma c'è anche tanto altro.

Si cuociono carne e verdure.
Photo by Nobuo Harikae sama.


Sotto con le bacchette!

Dolci e frutta, poi c'è anche il gelato e dopo il bis e ancora il tris (oppure è il ter)? E poi scoppi!


Il pranzo di commiato dalla famiglia, offerto da noi. Anche questo ad un ristorante con il nome italiano. Decisamente deludente. Ci avevamo mangiato altre volte e non eravamo stati male. Ora però ci hanno detto che hanno un supervisore "italiano" (si tratta di una catena di più punti di ristoro) e quindi abbiamo mangiato i "capellini" fatti a pastasciutta, olè!


La solita foto ricordo.


A cena con i vicini di casa.




E cene casalinghe...






Guardate qua che tavolata di roba è questa! C'è da perderci il capo.

Chiudiamo con l'alimentazione dei giapponesi.
Composta da molte cose che a noi, a prima vista, fanno un po' effetto, ma è naturale.
Poi, mangiandole, sono quasi tutte gradevoli e molte decisamente buone.
Io vado pazzo per il wasabi un condimento piccante verde che ha dato il titolo anche a un film poliziesco, un po' sul semiserio, con Jean Reno a cui piaceva molto il wasabi, appunto.
Ma i piatti caratteristici la tempura (fritto), il ramen (pasta in brodo con carne, ma non solo), il jingisukan (dal nome del condottiero mongolo Gengis-Khan, che però sembra non abbia niente a che farci), in cui ti cuoci da te carne e verdura su un apposito fornello al centro della tavola, per me sono impagabili.
Anche la soba, spaghetti di grano saraceno, sono buoni.
E poi il sushi, il sashimi, roba di lusso.
Più tutta una serie di condimenti tra cui spiccano ortaggi in salamoia e molti scarti del pesce, uova, interiora etc. fermentati e/o salati.
Di verdura se ne mangia molta ma è carissima.
La frutta è un lusso.
Quindi si cerca di risparmiare approfittando di offerte e svendite ai mercati generali.
E chi può coltiva un orto, il che contribuisce grandemente all'economia familiare.
Alimento principe il riso, che sostituisce il pane e viene usato in tutte le salse.
Normalmente si tende a mangiare cibi molto morbidi ma le verdure, al contrario di noi, vengono mangiate poco cotte, quasi crude.
Mangiare a ristorante è piuttosto caro, la sera.
Il giorno invece si può approfittare dei menu formulati a prezzi piuttosto bassi per chi lavora ma di cui tutti possono usufruire.
Inoltre ci sono i ristoranti "viking", che poi sarebbero i nostri "all you can eat", in cui paghi il biglietto all'ingresso (1.200/1600 yen) e ti strafoghi quanto ti pare e, se aggiungi qualche centinaio di yen, puoi avere anche le bevande, alcooliche e non. 

E in tema di bere, adesso comincia ad entrare la filosofia del vino ma comunque le bevande principali rimangono birra e sake (che può raggiungere anche gradazioni molto alte, oltre 25°).
Comunque, su tutti il the (oolong-cha, il più usato, e ocha che sarebbe quello verde).
E naturalmente l'acqua superghiacciata.
Mi pare di aver detto tuttto (si fa per dire).

Ebbastaaa!!!


L'anno prossimo ci vediamo in Italia, vero?

Sayonara!


Sulla via del ritorno.

Va bene.
Sono certo di essere riuscito ad annoiarvi quanto più possibile e quindi smetto di digitare.
Ci risentiremo quando nasceranno i funghi.
A questo punto non prima della seconda metà di settembre, penso.


Molto cordialmente!



25 commenti:

SIMONE BORGHESI ha detto...

Caro Angiolo
intervengo poco sul blog, per ragioni di tempo, ma oggi mi sono letto tutto d'un fiato quello che hai scritto, un pò perchè sono amante del Giappone un pò perchè riesci a scrivere in un modo che ti fa vivere l'esperienza!mi pareva di essere lì.....prima o poi andrò anch'io da quelle parti(forse!) intanto mi gusto queste tue....veramente bello tutto dettagliato, sono rimasto affascinato dalle apparecchiature culinarie.....avrei apprezzato qualche approfondimento sulle ceramiche giapponesi....si scherza ovviamente ma comunque grazie!
a proposito di funghi....un paio di ritrovamenti personali in quel di Secchieta ma nulla più!

Angiolo ha detto...

Ciao Simone!

Oggi sono in libera uscita, come lo sono stato questi tre giorni per buttare giù tutta la pappardella, e quindi rispondo pure alle missive.

Lo so che ci sarebbe tanto da dire ancora sul Giappone, dal sumo ed il baseball, all'industria elettronica, a quella navale e pesante, sulle terme (onzen) e sui vulcani (uno ha distrutto a mio suocero la sua fabbrica preferita di biscotti nel 1977, mi pare, l'eruzione la fecero vedere anche alla nostra tv), sulle grandi città d'arte (Kyoto, Nara), sulla natura selvaggia, sul Fuji-san, sulle geishe, sul modo con cui la lingua inglese ha inquinato pesantemente l'idioma locale (l'occupazione americana ha portato tante parole nuove, aiscrimu per gelato, elebeta per ascensore e diecimila altre), sulle arti marziali e le armi (la katana, l'arma bianca più efficiente che sia mai stata creata), sulle feste danzanti estive nei parchi e su tante altre cose.
Purtroppo io non ho grandi esperienze dirette e spesso interpreto male le cose per cui devo affidarmi alla revisione di Tomoko che è molto indaffarata e...un po' pigra.
Potrei riprendere le notizie che mi interessano dal web ma allora non sarebbe la stessa cosa.
Se vai in Giappone, preparati a spendere parecchio ma anche a vivere un'esperienza unica.
Bel popolo e bel modo di vivere, sotto solo alcuni aspetti però, almeno per noi.
Comunque apprezzabile.

Un cordiale saluto.

fernando ha detto...

Ciao.

Bentornati!
Complimenti per il reportage, me lo sono proprio gustato tutto (con gli occhi naturalmente), sei stato di una chiarezza eccezionale che quando ho terminato di vederlo mi pareva di esserci stato !

Complimento Tomoko sei di un gran Paese, tutto bello.

Un gran saluto a tutta la Famiglia.

Angiolo ha detto...

Buonasera Fernando e buonasera Alessandro dalla Val di Nievole (ti ho letto solo ora sull'altro post, scusami).

Vi ringrazio per le belle parole e soprattutto vi ringrazia Tomoko che è molto lusingata dal vostro apprezzamento per la sua famiglia e per il suo Paese.

E poi due correzioni da parte mia.
La prima
Mi è partita una consonante sbagliata: le terme in giapponese fanno onsen e non onzen,come ho erroneamente scritto.

La seconda.
L'aneddoto del vulcano e dei biscotti di mio suocero.
Il vulcano è il monte Usu (Usu-zan) che nel 1977 fece un'eruzione di cui fu fatto ampio reportage in tutto il mondo, per settimane.
Una cosa apocalittica.
Ma l'episodio dei biscotti risale all'anno 2000.
Addirittura sembra che nel fuggi fuggi generale, saltò tutto per aria nel giro di poche ore, non fecero in tempo a salvare le ricette di due dei loro prodotti che così andarono perdute (ma nessuno ne aveva memoria?).
Ricette che sono riusciti a riprodurre solo tre anni fa.

E tanti cordiali auguri di buona notte a tutti quanti!

Paolo ha detto...

Corriamo tutti il rischio di essere ripetitivi nel farti i complimenti per il'eccellente reportage sulla "vita" in Giappone. Grazie Angiolo!
Se posso chiedere, mi piacerebbe sapere qualche cosa circa il terribile tsunami: come stanno vivendo quella terribile esperienza? cosa ne è adesso di quei luoghi? Della centrale atomica? Sempre che ti vada di parlarne.
Ciao, Paolo.

Angiolo ha detto...

Buongiorno Paolo!

Per quello che ne so io sta tornando tutto alla normalità, se di "normalità" si può parlare.
Certo che l'impatto fu tremendo.
Noi andammo in Giappone a distanza di pochi mesi dallo tsunami e, pur essendo, a parecchie centinaia di chilometri dallo zona, siamo nell'Hokkaido all'estremo Nord, sembrava di essere in un mortorio.
Sapporo è una città piena di luci, come la Las Vegas della tv, tanto per intenderci.
Ma con il fatto che le centrali erano state spente il consumo era stato ridotto drasticamente e quindi l'effetto era estremamente deprimente.
Anche la gente circolava meno, sembrava che gli avessero staccato la corrente, appunto.
Questa volta invece sembra tornato tutto come prima.
D'altronde la vita deve continuare e le ferite con il tempo si rimarginano.
Certo che la briscola fu di quelle che lasciano il segno.
Un grave errore di progettazione ma nessuno poteva prevedere che lì sarebbe arrivato un muro d'acqua alto quaranta metri.
Per la verità, se ben ricordo, nella zona della centrale ne arrivò all'incirca la metà ma in alcuni punti della costa l'altezza fu quella.
E contro una cosa del genere l'unica cosa che puoi fare è aprire l'ombrellino tascabile.
Comunque ti posso dire che i giapponesi sono un popolo molto riservato, quasi pudico direi, e di queste cose si sente parlare poco in giro.
Quasi se ne vergognassero.
Della centrale so quello che si sente sui media.
Pare che ci siano dei grossi problemi per la fuoriuscita di acqua radioattiva.
Ma i giapponesi se è per questo sono sopravvissuti a tutto, alle bombe atomiche, al mercurio nel pesce e ad una natura che si può dire senza ombra di smentita estremamente ostile (vulcani, terremoti, tifoni e quant'altro).
Però sono ancora lì e penso che ci resteranno per un pezzo.

Un saluto.

Anonimo ha detto...

emanuele da grosseto

grazie per il bellissimo resoconto del Giappone: mi hai fatto aumentare la voglia di andarlo a visitare - a parte il prezzo che mi pare un po caro:-).

Ma il boletus simil auerus e' commestibile e nasce nell'erba?

E volevo anche chiederti se te hai mai trovato la grifola frondosa ? (in giappone la coltivano?).

La prossima settimana sono in ferie e credo che una giratina all'amiata la faro'. Te fino alla 2° qundicina di settembre niente?

Un caro saluto a te e tutta la famiglia.

Angiolo ha detto...

Ciao Emanuele da Grosseto!

Sì lo Hiratsukae nasce anche nell'erba, come del resto tutti i veri Porcini, anche l'Aereus.
Ed è commestibile ma niente ha a che vedere con i funghi italici.
Io con gli amici in Giappone (quando andavo in agosto ne trovavo tanto) l'ho spacciato come un Porcino.
Però ha la carne che al taglio vira al vinoso, in maniera tenue ma prende comunque il rosa.
Non ha per niente il profumo dei Porcini ma sa di fruttato, tende ad essere quasi sempre bacato ed è un fungo deperibilissimo.
Si sviluppa nell'arco di poche ore, al massimo due giorni e spesso, soprattutto se tira vento, tende ad essere invaso da una muffa che lo rende giallo-rossastro ed inconsistente.
Solo quando si è appena formato lo si può trovare sano o con pochi buchi.
Nel complesso direi, un fungo scadente e che non vale la pena di raccogliere.
Altro discorso è per gli Edulis che nei parchi di Sapporo sono abbondantissimi, soprattutto sotto betulle e abeti rossi, ma questo accade più che altro in settembre. Ed io è difficile ci capiti in quella stagione.
Ti auguro buone vacanze.
Noi domani andiamo per il fine settimana a Terni e poi forse un paio di giorni nella seconda metà di settembre a Viterbo.

Un cordiale saluto.

Angiolo ha detto...

Scusa, dimenticavo la Grifola frondosa.
Io l'ho trovata allo stadio giovanile un paio di volte una venticinquina di anni fa.
In Giappone la devono coltivare perché i supermercati ne sono pieni e quindi...
Ricordo che tanti anni fa andavo a cercare funghi nella zona di Lentula-Treppio-Torri.
E poi si andava a mangiare in un negozio di alimentari che faceva anche cucina dove ce la servivano sotto aceto.
Sgrigliolava sotto i denti ed era veramente gradevole da mangiare.
Comunque nel bosco a me, come ho detto, è capitato di riuscire soltanto a vederla.

Ancora buone vacanze.

Anonimo ha detto...

Cari Angiolo e Tomoko,
grazie veramente per questo ulteriore meraviglioso regalo.
E' un post belissimo!
Angiolo la tua competenza insieme alla tua consueta veracità e ironia sono uniche.
Tornado ai nostri beneamati pare proprio che fino al 25 agosto p.v., l'anticilcone la farà da padrone.
Qua in Versilia dove sto trascorrendo le vacanze estive non si vede una nuvola in cielo e il pomeriggio c'è un'apprezzabile ventilazione: una goduria.

A presto

Cordialmente Gigigino

Angiolo ha detto...

Ciao Gigino!

Buone vacanze.
Anche qua non si sta male (stamani eravamo a 17°C).
La stagione sta cambiando velocemente, del resto il Solleone è finito ed il 1° entra l'autunno meteo.
Speriamo piova presto, ma ci credo poco.

Cordiali saluti.

brunella ha detto...

Buongiorno Angiolo, e grazie per aver condiviso con noi il tuo viaggio in Giappone, sono rimasta incantata sia dalle immagini che dalle spiegazioni che ci hai dato, è sempre bello conoscere usi , abitudini e ambiente di un altro popolo rinnova i complimenti a Tomoko sia per la bella famiglia a cui appartiene e sia alla bella nazione da cui proviene, salutoni Brunella

Foglie Nel Vento ha detto...

Ciao Angiolo, Tomoko e un saluto anche al ribaldo Camillo.

Mi ha fatto molto piacere leggere il racconto del viaggio in Giappone, è veramente affascinante poter dare una "sbirciatina" agli usi e costumi di "casa Tomoko". A me, come a Federica, piacerebbe molto poter fare un giorno un viaggio in Giappone! Anche se siamo un pò pensierosi dopo gli incidenti nucleari..... Li se ne ha percezione??
Guardando le foto non ho potuto non notare che nessuno li si "tocca" fra parenti.. nemmeno uno sfiorarsi la mano o un mettere il braccio intorno alla vita... niente.. avete evitato di inserirle o proprio non è tradizione?
Alcuni prezzi di frutta e verdura sono assurdi, ma li uno stipendio medio di quanto è?

Col gruppo storico avevamo anche pensato di "esportare" in tournè lo spettacolo di spade che proponiamo nelle rievocazioni. Visto appunto la loro atavica tradizione nell'utilizzo di armi bianche, pensavamo potessero trovare interessante vedere uno spettacolo medievale, e poter toccare con mano una spada italiana. Secondo voi potrebbe essere fattibile? Magari convolgendo le scuole ed i musei del luogo, e proponendo dimostrazioni e "laboratorio".

Un caro saluto a tutti!

Angiolo ha detto...

Ciao Vieri!

Come va?
No, carissimo.
Là dare la mano, toccarsi, figuriamoci poi abbracciarsi, è cosa difficile.
A me che sono occidentale danno la mano, ma perché sanno che quelle sono le nostre usanze e vogliono essere gentili.
Ma loro si limitano soltanto a fare inchini a 90° con una velocità impressionante.
Hai presente l'uccellino di legno che si china fino a mettere il becco nell'acqua?
Quello, però accelerato e incantato che non gli riesce fermarsi.
Sembra di assistere a un balletto.
E poi: domo, domo, arigatou gozaimasu, domo arigatou, dozo, fino a bye bye, sayonara, ohayo gozaimasu, o genki deska, etc. etc.
Ora i costumi stanno cambiando, (ormai il mondo non è più lo stesso) ma fino a poco tempo fa mia moglie non aveva mai visto suo padre e sua madre tenersi per mano.
Ora se è successo qualche volta è perché hanno visto noi.
Il nucleare, come ho già detto, è sentito e poi il pericolo è incombente.
Ma non ne parlano molto.
Sono molto riservati e non parlano volentieri delle loro pecche come non parlano molto delle nostre (il karma, non si deve mai dire male degli altri, salvo che non siamo dei pluriomicidi conclamati).
Lo spettacolo delle spade che fa il gruppo storico (di dove?) non lo conosco.
Penso senz'altro che possa interessare (là, come ho detto, interessa tutto) ma non saprei proprio da dove cominciare.
Tomoko è di Sapporo e lì siamo lontano dalla parte centrale del Giappone.
Bisognerebbe avere degli abbocchi.

Un cordiale saluto (anche da Tomoko e dal cane-papero) e speriamo che si decida a piovere.

adriana ha detto...

carissimi Angiolo, Tomoko, Camillo, bentornati nella nostra bella toscana e complimenti per il vostro interessantissimo e spettacolare Giappone, grazie angiolo per lo splendido reportage.
Io ho fatto solo 5/6 giorni di ferie nel momento piu' caldo,ma mi sono divertita abbastanza perchè tutte le volte che ho fatto un giretto nel bosco è sempre scappato fuori un bel fungo, porcino naturalmente!
l'ultimo venerdi' scorso a 50 metri dalla macchina a croce vecchia, il solito andrea con il cane a guinzaglio ha trovato un bel settembrino o bastardo come dir si voglia... era quasi tre etti! lo abbiamo cotto subito sulla bistecca. il gambo era un po' tarlato l'ho messo a seccare. ciao alla prossima

Foglie Nel Vento ha detto...

:) me le immagino le scene di saluto a mo di uccellini, con la loro lealtà non hanno nemmeno bisogno di stare attenti all'uccello padulo... qui sarebbe tutto un prendersi in giro... sembra un popolo molto serio.. pur nei loro amichevoli e continui sorrisi e gesti garbati.
Mi fa piacere ( in parte ) che riescano ad apprezzare il semplice prendersi per mano, anche se nel leggere mi è venuto un mezzo sorriso e un mezzo sospiro... occome si fa a stare lontani dalla propria donna? ( e a volte da quelle degli altri :) )??!!
Non avevo letto del nucleare, ricontrollo e cerco nel blog cosa hai detto in merito.
Il gruppo storico si chiama Drago Verde di Firenze, non volevo fare pubblicità, soltanto chiedere a chi è stato la, se poteva interessare; secondo noi, come mi pare tu ci comfermi, farebbero la fila per vedere dal vivo anche solo un minimo aspetto della vita del medioevo.

Un saluto a tutti!!

Chiara L. ha detto...

Salve Angiolo,
Sono capitata per caso sul tuo blog...molto interessante il tuo viaggio in Giappone. Pazzesco quanto costano frutta e verdura, però bellissima la loro presentazione e la cura con con questi prodotti sono esposti!
Chiara
Se ti va visita il mio blog http://immobilechepassione.blogspot.it
Una diversa prospettiva della Toscana

Anonimo ha detto...

Ciao Angiolo,
e saluti a tutti gli amici del blog.
Sono rientrato dalle vacanze e dando una una sbirciatina ai report della pioggia cumulata caduta questa notte pare proprio che le precipitazioni questa volta in siano state generose su tutto l'arco appenninico.
Ora se anche tutte le altre componenti (vento freddo, ecc.) non si mettono contro non resta che contare i giorni.....
Cari saluti
Gigino

adriana ha detto...

ciao a tutti,
pare anche a me che di pioggia ne sia venuta abbastanza eppure gli anziani di tosi dicono che:
"il fungo settembrino vuole sempre l'acqua sul cappello" sara' vero? oppure e solo un modo di dire dei vecchi?...boh non ne ho idea. tu che ne pensi angiolo?

massimo ha detto...

Ciao Angolo,
tornando dalle ferie mi sono messo al computer, (visto che nel periodo feriale ne sono stato lontano) pensando di sapere qualcosa sui funghi e ho visto con molto piacere ed interesse il vostro resoconto (con bellissime foto) del viaggio e soprattutto del concerto in Giappone.
Prima di tutto voglio fare i complimenti a Tomoko e alla sua famiglia per il concerto.
Dopo anche a te per aver esposto così bene il vostro viaggio, ma soprattuto per aver ripreso a scrivere sul tuo blog.
Per quanto riguada i funghi speriamo in qualche notata di acqua.......

un saluto a tutti gli amici del blog

massimo ha detto...

Scusa Angiolo,
nel commento precedente ho storpiato il nome (Angolo) ancora scusa.

saluti

sandro da montecatini ha detto...

1/9/2013.ciao Angiolo e frequentatori del blog.sono tornato dal trentino col paniere vuoto e qui da noi la stagione non promette nulla di buono.siamo ai primi di settembre con l'alta pressione e all'orizzonte nessuna nuvola.mi sa che la stagione per noi fungaioli è cominciata male e finirà peggio.un saluto a Tomoko e Camillo.

Fabrizio ha detto...

Ciao Angiolo e Tomoko, bentornati!
Ho letto con molto piacere il dettagliato reportage della vacanza in Giappone e ti faccio i complimenti per le ottime doti narrative.
Pensa che il Giappone, con la sua cultura e le usanze così "diverse" dalle nostre mi ha sempre affascinato, l'ho perfino portato all'esame di terza media nel lontano 1988!
Spero un giorno di avere la possibilita' di visitarlo.
Mi raccomando conto di leggerti presto per il resoconto di una fantastica giornata di raccolta!
...se si decideranno a nascere... ovviamente.
Un saluto.

fungaiolo ha detto...

Caro Angiolo, vista la bellezza del tuo blog, ho deciso di imitarti e di crearne uno mio, sulla Valle del Santerno, al confine tra Emilia Romagna e Toscana. Se ti va, vacci a fare un giro e dammi il tuo parere (www.funghidelsanterno.blogspot.it)
Ciao e grazie per quello che ci hai regalato sino ad ora. E ti prego, a dispetto di tutte le polemiche che sono state fatte, continua come hai sempre fatto sino ad ora. Per me sei un mito. Cari saluti. Marco

Anonimo ha detto...

Ciao Angiolo,
e tanti saluti saluti agli amici del blog.
Finalmente ci avviciniamo alla stagione vera....!
Io riattacco la spina, il prossimo weekend potrebbero ricominciare le danze .... spero di leggervi presto... e in particolare di vedere quanto prima una foto del primo ritrovamento di Angiolo!

Cordialmente Gigino